mercoledì 5 dicembre 2007

FRANÇOIS-RÉNÉ DE CHATEAUBRIAND: UN ARISTOCRATICO A GERUSALEMME - 1806 (2^ parte) - ITINERARIO DI VIAGGIO






foto 1: castello della famiglia Chateaubriand, a Combourg in Bretagna a una quarantina di Km dalla costa nord della Bretagna/Saint Malo
foto 2: maison de la vallée aux loups vicino a Sceaux a pochi km da Parigi, dove Chateaubriand si ritira dopo il suo viaggio in Palestina.
foto 3: Itinerario del suo a Gerusalemme.

In pellegrinaggio verso Gerusalemme: itinerario di viaggio[1].

A 38 anni, il 13 luglio del 1806 Réné-François de Chateaubriand lascerà Parigi per intraprendere, in condizioni alquanto difficili, il suo viaggio in Oriente, che si concluderà nel maggio del 1807.
Non è ancora nato il “Grand Tour” sotto l’egida di Thomas Cook (1808-1892) che muove flussi di pellegrini dall’Inghilterra a Gerusalemme sollevandoli da innumerevoli disagi, la rete ferroviaria non si è ancora sviluppata e, inoltre il Mediterraneo, è controllato dagli Inglesi, quindi al nostro aristocratico francese non resta che andare ad imbarcarsi a Trieste su di una nave austriaca, per poi imbarcarsi a Smirne su di una nave da guerra americana, con destinazione la cittadina andalusa di Algésiras.
Il viaggio sarà dunque caratterizzato da soggiorni molto brevi e navigazioni interminabili.

L’itinerario nel dettaglio:Chateaubriand parte con la moglie e il domestico Julien passando per Nevers, Lione, Torino, Milano, Verona e Padova. Tutti e tre giungono a Venezia dove soggiornano dal 23 al 28 luglio, ma mentre la moglie si fermerà in laguna, egli procederà con Julien fino a Modon (Méthoni, città greca del Peloponneso). L’aristocratico e il suo servitore si imbarcano a Trieste e da lì attraversano l’Adriatico e lo Ionio per giungere fino a Sud della Grecia (Morea o Peloponneso). Qui, Chateaubriand procederà da solo: visita Atene, fa la traversata dell’Egeo fino a Smirne, dove si rivedrà con il suo domestico Julien.
Un mese di viaggio per arrivare a Smirne dove sosterà dal 30 agosto al 2 settembre.
Insieme visitano Costantinopoli (13-18 settembre) e da Costantinopoli navigano fino a Giaffa. Sbarcheranno a Giaffa il 1° ottobre del 1806.
Il viaggio a Gerusalemme non durerà molto, nemmeno una quindicina di giorni.
Già il 13 ottobre infatti, i due viaggiatori ripartiranno per Giaffa, per raggiungere Alessandria; risaliranno il Nilo da Rosette[2] fino a al Cairo, dove soggiorneranno dal 1° all’8 novembre. Ridiscendono poi il Nilo fino ad Alessandria (8-13 novembre), dove Chateaubriand dovrà pazientare per proseguire il suo viaggio: il periodo coincide con l’inizio del Ramadam. Agli occhi del pellegrino occidentale, l’evento passerà del tutto inosservato.
Il 23 novembre essi iniziano la traversata per raggiungere la Tunisia (23 novembre-12 gennaio 1807).
Il 18 gennaio 1807 Chateaubriand arriva finalmente a Tunisi dove rimarrà fino al 4 marzo. Dopo di ché si dirige verso Algésiras: cittàdina spagnola dell’Andalusia (9-30 marzo); farà scalo ad Algeri e a Gibilterra. Qui egli ritrova Natalie de Noailles, la sua amata segreta. Visita Granata dal 12 al 13 aprile, poi Madrid e Burgos, e rientra finalmente in Francia. Arrivato a maggio a Bayonne, non sembra avere fretta di rientrare a Parigi: vagabonda per i Pirenei, trascorre una settimana a Bordeaux, risale verso Blois e a Orléans. Arriverà a Parigi il 5 giugno 1807.

Rientrato a Parigi, riprende a scrivere contro il dispotismo imperiale e pubblicherà qualche articolo, sui costumi dei Turchi, degli Arabi e dei Greci. Nel 1809 pubblicherà Les Martyres ou le Triomphe de la religion chrétienne che ricevono una campagna ostile e mitigata.






[1] Chateaubriand, Itinéraire de Paris à Jérusalem et de Jérusalem à Paris, Suivi du Journal de Julien, Gallimard, Folio classique, juin 2005. Edition et commentaires de J.-C. Berchet , pp.613-621. (ho un po’ riassunto e un po’ tradotto questo itinerario di viaggio).
[2] Rosette, villaggio di Rachïd, era una tappa obbligata durante i viaggi in Oriente del XIX secolo: in questo piccolo villaggio a nord di Alessandria, un giovane generale, durante la campagna d’Egitto del 1799, notò questa pietra ricoperta da geroglifici, la maggior parte in lingua copta. Sarà Jean-François Champollion nel 1822 che riuscirà a decifrarne il significato. Oggi la pietra è esposta al British Museum a Londra.

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