giovedì 1 novembre 2007

L'ALTRO E' TUTTO. Per introdurre Christian Bobin

La lettura di Christian Bobin è più che una lettura: è una conversazione profonda, intima, amica. Ci accompagna, non invade, ci lascia liberi. Bobin nutre un profondo rispetto per tutto. L’altro è tutto. “Io attendo sempre una presenza: la mia e quella dell’altro”[1]. Scrivere è gratuità, dono: “Non si scrive per diventare scrittore. Si scrive per raggiungere in silenzio quest’amore che manca ad ogni amore”[2]. Leggere è purificarsi. E’ dimorare nel silenzio: “Ciò che impariamo dai libri, è la grammatica del silenzio, la lezione di luce”[3]. Bobin, a volte, indica un albero, un fiore. Lo fa con gentilezza estrema, con la forza e la virilità dell’uomo che ha attraversato il dolore, la morte, la paura. E proprio per questo resta un innamorato della bellezza. Della bellezza che raccoglie e accoglie tanta vita. Autore discreto: senza maschere. A volte parla di sé, di ciò che gli accade: in modo esplicito o più nascosto. Spesso sono episodi dolorosi: la malattia del padre[4]; il dolore per la morte di Ghislaine, una cara amica, madre di tre bambini, scomparsa improvvisamente per un aneurisma al cervello[5]. Racconta le giornate di quella solitudine in Autoportrait au radiateur[6], un diario che inizia il 6 aprile 1996, vigilia di Pasqua, e si conclude il 21 marzo 1997: uno sguardo quotidiano sulla vita, sulla morte. Non è sempre facile riassumere le storie che narra: ciò che colpisce è la voce. Una voce garbata, discreta e rispettosa. Uomo schivo, appartato, lontano dalle luci della ribalta: “un eremita”, “un mistico in comunione con la natura” – solo alcuni dei tanti appellativi. Leggiamo su Lire del ‘97: “l’apostolo del dettaglio”, “l’innamorato del filo d’erba”. Immagini che danno appena un’idea del mondo che ci viene incontro quando conversiamo con lui.
Christian Bobin nasce nel 1951 in una cittadina della Borgogna, Le Creusot, da cui non si è mai allontanato: è un autore ancora poco conosciuto in Italia dove, però, ha un pubblico di fedelissimi. Oltralpe, molti dei suoi libri sono pubblicati dalla prestigiosa Gallimard, che lo ha portato al successo nel '92 con Le Très-bas[7], una rilettura di Francesco d’Assisi, intima, familiare. Pubblicava - e ancora continua – anche con piccole case editrici francesi quali Fata Morgana, Lettres vives, Le Temps qu’il fait. Oggi - scrive Pascale Frey su Lire - ogni volta che pubblica un libro, eccolo in testa alle migliori vendite. In Italia, sono stati tradotti solo una minima parte dei suoi scritti dalle Edizioni San Paolo, Qiqajon, Gribaudi, Archinto e Perosini e Servitium. Quest’ultima casa editrice, insieme a Città Aperta, sta contribuendo, in modo significativo, alla diffusione delle opere di Bobin e noi ci auguriamo che questo blog, il cui nome riprende il titolo del suo ultimo libro (Une bibliothèque de nuages, Lettres vives 206) possa fare altrettanto.

“Da uno scrittore mi aspetto soltanto quello che ho ricevuto dai miei genitori: che mi consoli, mi illumini, mi aiuti a crescere e a separarmi da lui. Le vecchie canzoni francesi mi hanno donato davvero tanto”[8].

un sito di riferimento per approfondire questo autore è: http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=263968766


[1] Christian Bobin, La lumière du monde. Paroles réveillées et recueillies par Lydie Dattas, "Collection Folio" Gallimard, Paris 2001, p. 78:"Moi, j’attends toujours une présence: la mienne et celle de l’autre".
[2] Christian Bobin, La part manquante, "Collection Folio" Gallimard, Paris 1989, p. 26: "Ce n’est pas pour devenir écrivain qu’on écrit. C’est pour rejoindre en silence cet amour qui manque à tout amour".
[3] Christian Bobin, La part manquante, p. 24: "Ce qu’on apprend dans les livres, c’est la grammaire du silence, la leçon de lumière".
[4] Christian Bobin, La présence pure, Le temps qu’il fait, Cognac 1999 (tr. it. Presenze, traduz. di G. Dotti, nota introduttiva di L. Gobbi, Perosini, Verona 2000).
[5] Christian Bobin, La plus que vive, "Collection Folio" Gallimard, Paris 1996 (tr. it. Più viva che mai, traduz. di B. Pistocchi, San Paolo, Cinisello Balsamo 1998).
[6] Christian Bobin, Autoportrait au radiateur, "NRF" Gallimard, Paris 1997 (tr. it. Autoritratto, traduz. di V. Pignatta, San Paolo, Cinisello Balsamo 1999).
[7] Christian Bobin, Le Très-bas, "Collection Folio" Gallimard, Paris 1992 (tr. it. Francesco e l’infinitamente piccolo, traduz. di G. Troisi Spagnoli, San Paolo, Cinisello Balsamo 1994).
[8] Christian Bobin, La lumière du monde. Paroles réveillées et recueillies par Lydie Dattas, "Collection Folio" Gallimard, Paris 2001, p.79: "Je n’attends rien d’autre d’un écrivain que ce que j’ai reçu de mes parents: qu’il me console, m’éclaire, m’aide à grandir et à me séparer de lui. Les vieilles chansons françaises m’ont énormément donné".

Nessun commento: